IV° CAPITOLO DELL'EREMO - LVIII° DELLA CONGREGATIONE

 

IV° CAPITOLO DELL'EREMO

LVIII° DELLA CONGREGATIONE

[Pag. 186] L'unione de Padri per il Capitolo si fece quest'anno nel Convento dell'Eremo. Esercitò quivi l'officio di Presidente, come antiano de passati Deffinitori il P. Francesco di Pavia, et rimase eletto Vicario Generale il P. Lorenzo di Cremona. Hebber l'impego di Deffinitori li PP. Lorenzo di Milano, Gregorio di Piur, Lodovico di Vercelli, et Agostino di Bergamo Compagno, et con essi il P. V. G. Giovanni Agostino, et li PP. Marcellino di Milano, Giovanni Maria di Villanova d'Asti, Modesto di Cremona, et Gabriele di Castenedulo Visitatori vecchi. Nel posto di Procuratore Generale fu confermato Giovanni Benedetto di Ferrara, quello di Compagno si diede al P. Giovanni Galeaz di S. Angelo, et quello di Visitatori a Padri Arcangelo di Gallarate, Giovanni Gabriele di Martinengo, Battista di Costioli, et Andrea di Crema.

LIX° VICARIO GENERALE

LORENZO DI CREMONA

Lorenzo di Cremona detto da alcuni falsamente Lattantio fu allievo di que' primi Padri, che co' loro gloriosi gesti illustrorono la giovinetta Congregatione, havend'egli ricevuto l'habito, et ammaEstramenti regolari dal [Pag. 187] Venerabile P. Agostino Cazzuli di Crema l'anno del Signore 1474, sotto la cui direttione s'approffittò di modo nell'osservanza, che potè servir di norma, et essemplare a tanti, e tanti de suoi coetanei, lasciando di se ferme speranze d'ogni virtuoso profitto. Nel Convento della patria s'applicò a studij speculativi, et ciò con sì felice sorte, che prima d'esser Sacerdote compì il corso delle scienze, che poi communicò ad altri con diligenza, e charità. Riuscì di singolar attività ne negotij, onde troveremo l'anno 1500, inviato a Roma per interessi rilevantissimi della Congregatione unitamente con il P. Modesto Pinzoni da Cremona, et in specie per negotiare l'unione del Monastero di S. Giovanni della Colomba delle Monache Cistercensi a quello di S. Monica delle Monache Agostiniane, interesse, che non ostante seco recasse moltissime difficoltà, finalmente fu da Lorenzo superato, havendone riportata la desiderata concessione. In tempo ch'egli hebbe il governo del Convento di Cremona furno gl'Ecclesiastici della Patria di varie gabelle imposte dal Duca di Milano, et onerose angarie oppressi, et quantunque procurassero mezzi diversi per esser dall'insolito tributo gravati, con tutto ciò vano sempre riuscì ogni tentativo, frustatoria ogni prattica. Quindi risoluti far l'ultimo sforzo, dopo varie congregationi sopra ciò fatte, deputorno il nostro Lorenzo in Nontio, et Legato, che per nome del clero universale secolare, et regolare di Cremona, dovesse in Milano comparire, portasi alla preferenza del Duca, et tentare con supliche, instanze, et ragioni il tanto bramato sollievo. Andò Lorenzo accompagnato non tanto dalla Giustitia della causa, quanto dalla dottrina, che lo rendeva forte, et ottenuta l'audienza, non partì dal cospetto del Prencipe che conseguì la gratia, per cui era venuto, et d'avantaggio per il suo Monastero molti privilegi ed essentioni, che ancor si conservano a gloria perpetua di Lorenzo, che ne fu il promotore.

Diè perfettione a dormitorij del Convento di S. Agostino aggiongendoli sito, et fabriche per più renderlo riguardevole, come pur anco fece nel Monastero di Roma, ove per sei anni in varij tempi [Pag. 188] vi fu Priore. Esercitò diverse delle più rilevanti cariche della Congregatione come di Compagno, Procurator Generale, Visitatore quattro volte, altre tante Deffinitore, et finalmente dell'anno 1507, la suprema del Vicario Generale. Una sol fiata hebbe quest'impiego Lorenzo mercè haverlo la morte rapito da vivi prima fosse terminata la contumacia. Morì in Roma Priore del Popolo l'anno 1511. in età di cinquanta quattro anni, et di religione trentasette.

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