II monastero di S. Maria Maddalena risale all'anno 1316. Nella stessa zona esisteva anche il monastero di San Giovanni Battista, con la Regola di S. Agostino ma dipendente dai canonici regolari. Prima del 1810 i due monasteri avevano scuole per fanciulle. E' interessante notare che tra le monache delle due comunità c'erano parecchie «tedesche» di Bolzano. Negli ultimi anni del settecento i francesi imposero esorbitanti tasse alle monache, prima di procedere alla soppressione dei due monasteri, avvenuta nel 1810. Le monache espulse poterono rientrare nel 1815 e, come al solito in questi casi, trovarono il monastero rovinato. Le autorità si impadronirono del monastero di S. Giovanni Battista per adibirlo a seminario diocesano e quindi le due comunità di S. Maria Maddalena e di S. Giovanni dovettero essere unificate nel 1816, dando origine a quello che ora veniva chiamato il monastero di S. Giovanni Battista in S. Maria Maddalena. La fusione, avvenuta tra 11 monache di S. Maria Maddalena e 15 di S. Giovanni, riuscì bene; la badessa eletta apparteneva a quest’ultima comunità. Nel 1824 fu introdotta la vita comune e le monache, benché povere, vissero in fraterna armonia. II grande terremoto del 13 gennaio 1832 in Umbria causò gravi danni, che non poterono essere riparati prima del 1836. Quando, nel 1860, fu decretata la soppressione in Umbria, la comunità contava 25 religiose. Tutti i loro beni furono incamerati e ad esse fu proibito di accettare nuove candidate. Per non respingere le aspiranti alla vita monastica, queste si facevano passare per inservienti e come tali in realtà si comportavano nei confronti delle religiose vecchie o ammalate. Ma queste giovani non potevano vestire l'abito e neppure emettere i voti. Le prime vestizioni ebbero luogo nel 1879, quando nove monache anziane erano ormai morte. Nello stesso anno furono vestite quattro aspiranti, dato che l'atmosfera antireligiosa si era un po' schiarita. Le monache poterono riacquistare dal demanio il loro monastero e un’eredità capitata a suor M. Luisa Bocci nel 1912 rese possibile la decorazione della chiesa. Suor Matilde Araldi, badessa dal 1858 al 1894 con brevi interruzioni, fu lo spirito animatore delle religiose in quei tempi così difficili. Nel 1920 morì nel monastero di Spello suor Elena Raschi, venerata per la sua santa vita. La povertà del monastero fu alleviata per anni dalla Pontificia Opera di Assistenza. II conservatorio esistente nell'Ottocento fu per lunghi anni sotto la capace direzione di Suor Rosa Pellegrina Maria Cristina Rosi, sorella del famoso pedagogo Vitale Rosi. Oggi le monache si dedicano a lavori di ricamo, maglieria e rammendi per privati, e a lavori di guardaroba per la comunità e per le parrocchie.
Scheda di approfondimento
Insediamento
Complesso conventuale
Edificio di culto
Dipendenza