Il Concetti, sulla scorta della Cronaca di Pesaro di Tommaso di Plovatazio e delle Memorie ecclesiastiche pesaresi del Bonanimi, riferisce che gli Eremitani edificarono convento e chiesa, situata in località Muraglia presso Pesaro, nel 1238 «in loco S. Maria in Sajano posto apud Vallemanentem» e distante da Pesaro «circiter mille passus». L’occasione fu data dalla donazione di una collina con vigna, boschi e terre effettuata nel 1238, sotto il vescovato di Bartolomeo I dei Zamboni, da Bernardo Ugolini di Berardo di Pesaro al frate Clodio del Monte di Valmanente, priore degli Eremiti brettinesi già presenti sul territorio con un piccolo romitorio. Per la costruzione della nuova chiesa gli Agostiniani si avvalsero della bolla delle indulgenze di Innocenzo IV (1244). Dal 1298 al 1447 il convento era sotto il possesso del monastero di San Tommaso in Foglia, al quale doveva a titolo di enfiteusi una «libbra di cera all’anno». In seguito, con la soppressione dell’abbazia di San Tommaso in Foglia da parte di Niccolò V, i beni e i diritti spettanti al convento agostiniano passarono al Capitolo della cattedrale di Pesaro. Il Lopez nonostante le critiche accetta la datazione del 1238, confermata successivamente anche dal Roth. Già lo Zacconi, priore di Sant’Agostino di Pesaro, in Relationi repertoriali del Convento di S. Agostino di Pesaro con quello anco di Valmagnente (1610) afferma che la fondazione di Valmanente è di molto più antica di quella di Pesaro.
Il complesso ha rilevanza storica e religiosa perché vi soggiornarono verso il 1270 san Nicola, da cui assunse il titolo a partire dal 1497, che qui ebbe la visione delle anime purganti e il beato Giacomo da Pesaro (1440-1496). Nel 1554 Zacconi conferma l’unione con il convento di Pesaro, sancita nel Capitolo di Montelparo del 1541. Fu soppresso nel 1652 per mancanza di religiosi. Dopo la soppressione del 1861, il convento nel 1880 fu rivendicato dall’Ordine e il conte Oliva, che lo aveva acquistato affinché non fosse requisito dallo Stato, lo restituì con le pertinenze agli Agostiniani. Fu adibito a scuola di noviziato tra il 1929 e il 1931 e fu, in seguito, ad eccezione del periodo bellico, sempre tenuto aperto per le esigenze della Provincia Agostiniana.
Della configurazione antica la chiesa, a nave unica e a terminazione absidale rettilinea, conserva l’arco del presbiterio affrescato, la copertura a botte precedente alla strutturazione del 1682. Sull’altare maggiore è collocato un trittico con la Madonna col Bambino e, nei pannelli laterali, Sant’Agostino vescovo e San Nicola da Tolentino. Conserva i tre altari descritti nella Relazione del 1650, e a quelli laterali, sono addossate due nicchie affrescate. Le finestre laterali della chiesa sono state tamponate nel 1980, mentre il tetto dell’abside è stato riparato nel 1984. Della sacrestia rimane solo la copertura a volta.
Dell’originaria configurazione del piccolo convento rimane la descrizione della Relazione del 1650: «La struttura del convento è di un claustro colonnato, con refettorio, cucina, cantina, orto e stalla e di sopra vi sono cinque camere».
Completamente ristrutturato negli anni novanta del Novecento e ora adibito a struttura alberghiera, del convento si conservano vari ambienti con copertura a volte e a ombrello, varie tele, provenienti con ogni probabilità dall’originaria cappella esterna abbattuta in seguito all’edificazione della nuova chiesa e rappresentanti il nucleo originario del complesso stesso di Valmanente, oltre ai Miracoli di san Nicola. Del chiostro, che prima del restringimento dovuto alla ristrutturazione degli anni trenta che trasformò radicalmente l’ala a levante del convento in vista della nuova destinazione del complesso a scuola di noviziato era di forma rettangolare, si conservano tre lati colonnati e tamponati ascrivibili a epoche diverse (fine secolo XIV-inizio secolo XV/XVI).
Tiziana Marozzi