Il convento di Carbonara fu edificato tra il 1642 e il 1646 per accogliere gli Agostiniani Scalzi per volontà del barone Benedetto de Angelis, marchese di Ceglie, il quale accompagnò la donazione con la rendita di 300 ducati annui, cui si aggiunsero 99 ducati annui concessi dall’Università e l’oblazione volontaria di benestanti del paese. Il De Angelis aveva chiesto, in cambio dei suoi lasciti, che nel convento di S. Maria della Vita ci fossero almeno due confessori e che i Padri portassero il loro conforto «caritativamente alli moribondi della terra di Carbonara e Ceglia quando saranno chiamati». La chiesa fu costruita successivamente, nel 1647, e fino al 1809 fu affidata alle cure degli Agostiniani. Dopo la soppressione napoleonica chiesa e convento passarono al Comune. Gli agostiniani tornarono nel 1829, poi nel 1848, in seguito ad alcuni moti popolari, dovettero andare via. L’anno successivo il Comune concesse chiesa e convento ai MInori Conventuali, che presero possesso nel 1850, come dice un’iscrizione. Il 1866 dopo la nuova soppressione, questa volta del governo italiano, il convento fu ceduto al Comune, che lo utilizzò come sede del Municipio. Nel 1920 fu demolito per costruirvi l’edificio delle scuole elementari. Nella chiesa di S. Agostino funzionò dal 1965 al 1974 la parrocchia di S. Maria del Fonte.
Michele Sforza