Scheda di approfondimento
Gli studi più recenti hanno fatto maggiore chiarezza sulla presenza a Venezia dell’uno o dell’altro gruppo di eremiti agostiniani prima e immadiatamente dopo la Grande Unione. Nella città lagunare erano presenti certamente i Brettinesi e i Giamboniti, e probabilmente anche i Toscani. L’insediamento più importante, e forse più antico, fu quello dei Brettinesi. Dopo la Grande Unione si guadagnarono un posto di rilievo nella società lagunare e nel 1294 posero la prima pietra dell’attuale chiesa di S. Stefano. I Giamboniti erano a S. Maria di Nazareth e i Toscani (ma non è certo che fossero proprio loro) a S. Erasmo. Gli Eremiti di fra Giovanni Bono erano quindi nell’isola di S. Maria di Nazareth e il primo documento che li riguarda è del 1249. Si tratta della posa della prima pietra della loro chiesa. Il documento dice: Venerabilis Pater Dominus Petrus, Dei gratia Episcopus Castellanus, ad instantiam et petitionem Prioris et Fratrum Heremitanorum S. Mariae de Nazareth, Castellanae Diocesis, benedixit primum lapidem et posuit atque locavit ipsum lapidem et crucem in loco ubi habitant dicti Fratres, ubi intendebant et volebant edificare seu construere ecclesiam ad honorem Dei et B. Mariae Vìrginis. Da questo documento sembra di capire che quei frati fossero già da qualche tempo nell’isola: in loco ubi habitabant, ma che non avessero ancora una chiesa e per questo abbiano fatto insistenze presso il vescovo perché ne benedicesse la prima pietra. Dal Processo sappiamo che nel 1251 è priore del convento di S. Maria di Nazareth un certo fra Martino, infatti il 28 luglio 1251 fra Salveto dice che fra Martino "ora è priore di Venezia". I frati di S. Maria di Nazareth sembrano vivere una vita stentata e all’ombra della presenza più vivace di quelli di S. Anna, che stanno per traslocare in città e costruire S. Stefano. Il convento di S. Maria esistette fino al 1436, quando papa Eugenio IV la trasformò in ospedale.
Insediamento
Complesso conventuale
Edificio di culto
Dipendenza