Antonio da Amandola

B. Antonio da Amandola

Scheda di approfondimento

Nacque il 17 gennaio 1355 da Simpliciano Migliorati, contadino. La fama di santità di s. Nicola da Tolentino († 1305) lo spinse ad entrare tra gli Agostiniani del paese nativo, dove fu ordinato sacerdote. Visse circa dodici anni nel convento di Tolentino, indi fu per qualche tempo a Bari, donde ai primi del sec. XV fece ritorno ad Amandola (Ascoli Piceno). Qui fu nominato superiore del conventino, che fece ampliare e accanto al quale diede inizio alla costruzione di una nuova chiesa. La morte, avvenuta il 25 gennaio 1450, gli impedì di completarla. La venerazione che aveva suscitato in vita non si attenuò con la morte. Nel 1453 il suo corpo, tolto dal sepolcro comune dei frati, fu sistemato in un’arca di legno sopra un altare che si intitolò al suo nome, mentre i prodigi (persino la resurrezione di morti) si moltiplicavano. Nel 1641 fu posto in un sarcofago di legno, lavorato da Domenico Malpiedi, che nel 1897 fu sostituito da un altro di marmo, che ora si vede nel coro. Nel 1798 la soldataglia rivoluzionaria estrasse dal sarcofago e vilipese il corpo di Antonio, che nel 1899 ebbe recinto il capo di una corona d’oro. L’11 luglio 1759 Clemente XIII ascrisse Antonio nel numero dei beati, riconoscendone il culto ab immemorabili, e il 20 aprile 1890 Leone XIII concesse l’indulgenza plenaria ai visitatori del suo santuario.

Agostino M. Giacomini, o.s.a. († 1994). 

A. da A., beato, in BS. II , Roma 1962 (rist. 1983), c. 137-38.

Cfr. AA.VV., Il fascino di Dio, Pubblicazioni Agostiniane, Roma 2001

 

Titolo santità B.
Titolo ecclesiastico
Nome Antonio
Nome religioso
Cognome
Patronimico
Toponimo da Amandola
Nome proprio
Cognome proprio
Nome religioso proprio
Patronimico proprio
Toponimo proprio
Altri nomi
Qualifica
Tipologia
Sesso Maschio